Intelligenza Artificiale e Intelligenza Emotiva

Fabio Crapitti
Formatore Professionista Certificato AIF (Associazione Italiana Formatori) trainer/Coach esperto di comportamento organizzativo.

Possono collaborare Intelligenza Artificiale e Intelligenza Emotiva?

Siamo ancora in un contesto economico e sociale che viene definito VUCA, sempre più volatile, complesso, incerto e ambiguo che sta rivoluzionando le vite degli esseri umani e in particolare l’organizzazione del lavoro. Le nuove scoperte in ambito tecnologico, in particolare l’Intelligenza Artificiale, stanno impattando fortemente sia l’ambito sociale sia quello organizzativo, e d’altra parte è sempre più necessario sviluppare delle competenze “soft”, “Soft skill” che consentano di adattarsi flessibilmente ed in maniera sostenibile al nuovo scenario/contesto. Da un lato, alcune attività, soprattutto quelle più ripetitive, ma anche quelle cognitive, verranno svolte da algoritmi di Intelligenza Artificiale, mentre diventa sempre più strategico allenare le capacità emotive e relazionali, tipiche dell’Intelligenza Emotiva.

Intelligenza artificiale e intelligenza emotiva: cosa sono?

Intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è una disciplina che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.

Intelligenza emotiva

L’intelligenza emotiva è legata alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. È la capacità di relazionarsi in maniera efficace, entrando in empatia con l’altro.

Intelligenza artificiale: opportunità ma anche sfida…

Le opportunità offerte dai sistemi che fanno uso di intelligenza artificiale sono molteplici: le macchine sono oggettivamente più efficienti e veloci di noi umani nella gestione e interpretazione di grandi moli di dati, nell’effettuare calcoli complessi e nell’automatizzare processi. Potenzialità che vanno probabilmente oltre la nostra immaginazione e che creano non pochi dubbi sull’utilizzo e l’eticità di questo tipo di tecnologie. Gli algoritmi di machine learning e deep learning hanno subìto una tale evoluzione da riuscire a risolvere problemi che anni fa avremmo ritenuto impossibili e, quando lo fanno, l’umano non è sempre in grado di ricostruire il processo cognitivo della macchina. In sintesi: sai che ha funzionato e che il risultato è corretto, ma non sai sempre il perché.

Tutto questo avrà sicuramente anche un impatto sui lavori: non è un caso che il 60% degli attuali lavori possa essere automatizzato al 30% con l’utilizzo di sistemi intelligenti e che il World Economic Forum ipotizzi che 5 milioni di posti di lavoro andranno persi nei prossimi anni a causa dell’intelligenza artificiale (AI), della robotica e altri fattori socioeconomici.

Quali competenze diventeranno più importanti per essere competitivi sul posto di lavoro del futuro?

Secondo le discussioni del WEF, nell’ambito dello studio del “Future of work”, Intelligenza emotiva, adattabilità e disponibilità ad apprendere, saranno le capacità che maggiormente consentiranno la sopravvivenza dei posti di lavoro. Infatti, l’Intelligenza Emotiva è indicata dal WEF al 6° posto tra le 10 competenze che saranno sempre più richieste nel futuro.

Nasceranno altri lavori, nuove competenze: è quindi fondamentale guardare all’innovazione con particolare attenzione, al fine di non farsi trovare impreparati anche e soprattutto su quelle competenze che vedono le macchine in svantaggio rispetto all’umano.

Perché è importante l’intelligenza emotiva?

L’Intelligenza Emotiva (IE o QE quoziente emotivo) è l’abilità di utilizzare le emozioni in maniera efficace: è un insieme di competenze che ci permette di integrare la parte razionale del nostro cervello con quella emozionale.

Riguarda la comprensione di noi stessi, dei nostri umori e sentimenti, dei nostri obiettivi. È la capacità di auto-motivarci e gestire i nostri stati mentali ed emotivi anche quando siamo sotto stress. Significa comprendere l’altro e le sue emozioni per rapportarci in modo efficace aumentando il coinvolgimento nei nostri obiettivi. Le competenze tecniche ovviamente servono, ma da sole non sono sufficienti a farci avere successo nella vita. Ricerche mostrano che oltre il 50% dei fattori di successo di una persona, quindi la sua performance personale, e dunque la sua efficacia, dipendono dall’Intelligenza emotiva.

Daniel Goleman, psicologo americano esperto di IE, ha dichiarato che quando si tratta di prendere una decisione importante, la parte relativa alla spinta emozionale conta in media l’88%. Essere consapevoli delle proprie emozioni è quindi fondamentale per prendere delle decisioni veramente efficaci, anche in situazione di forte stress. Se sappiamo essere coscienti delle emozioni e riusciamo ad integrarle con la nostra parte razionale, aumenteremo la conoscenza di noi stessi, la nostra capacità relazionale e la nostra efficacia nel raggiungere gli obiettivi. Al contempo riusciremo a coinvolgere gli altri nella nostra missione. Le emozioni sono infatti delle informazioni che ci arricchiscono, sono energia che possiamo utilizzare e ascoltare per avere maggiore consapevolezza.

Le abilità dell’IE sono fondamentali per la leadership, il team work, il customer care, le relazioni personali e la salute. Inoltre, queste competenze possono essere acquisite e allenate per aumentare la propria IE e quindi la propria performance.

Fabio Crapitti |Formatore Professionista Certificato AIF (Associazione Italiana Formatori) trainer/Coach esperto di comportamento organizzativo. |

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