Come più volte evidenziato dal Garante Privacy la pubblicazione delle graduatorie di concorso deve avvenire con riguardo ai soli dati dei vincitori, necessari ad assicurare la pubblicità e la trasparenza. Infatti, a differenza delle tradizionali forme di pubblicità, la pubblicazione online consente a chiunque di reperire un insieme consistente di informazioni personali rese disponibili in rete, peraltro non sempre aggiornate e di natura differente. Una volta pubblicati e indicizzati i dati rischiano, infatti, di rimanere in rete per un tempo indefinito e possono essere utilizzati anche per fini diversi.

A quanto pare, all’INPS non è bastata la sanzione di aprile di 20mila euro per la pubblicazione sul sito degli esiti di prove intermedie con dati personali di concorrenti non vincitori o non ammessi al concorso, poi finiti anche sui social ad opera di terzi. 

Le graduatorie finali diffuse online dall’INPS continuavano a contenere numerose informazioni di dettaglio relative a vicende personali e familiari dei partecipanti, esponendo le persone a possibili danni sul piano reputazionale: tra i dati oggetto della violazione oltre all’indicazione del nome e cognome dei candidati e alla data di nascita, il punteggio derivante dalla media dei voti conseguiti nelle prove scritte e orali, il punteggio dei titoli, l’indicazione dell’ammissione con riserva comprensiva anche delle causali relative alla salute, di oltre 5mila interessati tra vincitori e idonei. Ad alcuni nominativi era poi associato il riferimento a giudizi pendenti, che seppur relativo al contenzioso con l’amministrazione, ingenerava l’equivoco della sussistenza di precedenti penali.

Con Provvedimento n. 588 del 26 settembre 2024 il Garante Privacy ordina all’INPS di pagare la somma di euro 50mila a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria per le violazioni indicate nel provvedimento.

Gli Associati possono approfondire la materia sul Provvedimento del Garante Privacy n. 588 del 26 settembre 2024