Diffamazione: ecco cosa è vietato pubblicare su Facebook
In tema di reati contro l’onore, integra il delitto di diffamazione la pubblicazione su Facebook dello stralcio di una lettera di messa in mora ricevuta dalla persona offesa, in calce alla quale si aggiunga un post dal contenuto offensivo e denigratorio. È la Corte di Cassazione a precisarlo con una sentenza pubblicata il 14 dicembre 2022, respingendo il ricorso avanzato da una persona che aveva postato su Facebook una lettera di messa in mora corredata da offese e insulti rivolti al mittente.
Non è neppure possibile invocare la causa di non punibilità della provocazione, prevista dall’ art. 599 c.p., in quanto non connotata da carattere di immediatezza poiché la lettera era stata ricevuta tempo addietro rispetto alla risposta diffamatoria: la non punibilità ricorre solo qualora il fatto ingiurioso sia immediato come reazione a un fatto ingiusto altrui.
In sintesi rischia una condanna per diffamazione chi pubblica documenti che rivelano debiti, tanto più se accompagnati da commenti sprezzanti. In altre parole pubblicare su Facebook documenti che rivelano, ad esempio, situazioni debitorie senza contiguità temporale è un atto diffamatorio.
La Corte di cassazione con la Sentenza 47314-22 pubblicata il 14 dicembre 2022, ha respinto il ricorso di una donna che aveva pubblicato una lettera di messa in mora a lei indirizzata, accompagnata ad offese varie contro il mittente.
La punibilità della donna è stata confermata e resa definitiva dagli Ermellini perché la signora ha esposto l’uomo al pubblico ludibrio.
Gli Associati possono scaricare il testo della Sentenza 47314-22.