Il danno all’immagine e la cronaca
Il diritto all’immagine non viene considerato diritto esclusivo dell’uomo, in qualità di persona fisica, ed è riconosciuto anche in favore di quelle che la legge chiama persone giuridiche: queste sono quei soggetti diversi dagli uomini, che possono agire come persone nella società, potendo, ad esempio, acquistare beni e stipulare contratti.
Ne costituiscono un esempio le società, le fondazioni, gli enti della P.A. come le Istituzioni Scolastiche, la cui immagine può essere lesa e può dare diritto ad esercitare le azioni a sua tutela.
Infatti, l’orientamento consolidato della Corte dei Conti nella definizione del danno all’immagine, evidenzia come sia contrassegnata dalla lesione del buon andamento dell’amministrazione, “la quale, per la condotta illecita di agenti infedeli, perde credibilità e apprezzamento poiché ingenera la convinzione che tali comportamenti rappresentino l’ordinario modo di agire e non soltanto tra i cittadini amministrati, ma anche al di là degli angusti limiti dell’ambiente in cui si sono sviluppati, sia professionalmente sia geograficamente inteso” (ex multis: sez. giur. Lombardia 284/08 e 540/08; Sez. III Appello n.55/2012; SS.RR. n.10/2003).
La cronaca di questi giorni ci riporta a fatti gravi accaduti nella provincia di Trapani. Come riporta Ansa, una maestra è stata sospesa dal suo incarico per dieci giorni con un provvedimento cautelare adottato dalla dirigente scolastica. Eccone la motivazione “In considerazione della vasta eco mediatica suscitata dal presunto legame dell’insegnante con il boss mafioso Matteo Messina Denaro e al fine di tutelare l’immagine della scuola e di garantire il sereno svolgimento dell’attività scolastica”.
Gli inquirenti nel proseguo verificheranno il coinvolgimento, o meno, della maestra negli affari del boss. La parola definitiva si avrà solo con l’eventuale condanna in sede penale per questo profilo generico (in quanto non concerne direttamente una istituzione scolastica), ma grave che comporterebbe sicuramente una lesione al prestigio dell’amministrazione scolastica, rappresentata dal discredito subito a causa dell’eventuale illecito penale compiuto.