Il termine PHUBBING, nato inglese, è composto da ph(one) e (sn)ubbing (snobbare). È un termine prodotto a tavolino all’ University of Sydney nel 2012 per promuovere un dizionario, diventato presto virale grazie a un’accorta operazione di marketing e social media. In particolare è l’azione di trascurare il proprio interlocutore fisico per consultare spesso, in modo più o meno compulsivo, il cellulare o un altro dispositivo interattivo. 

È il capovolgimento di uno stereotipo: non è più l’onnipresente smartphone, tablet, smartwatch, etc.  a costituire una distrazione per la quale sentirsi pure in colpa!!! 

È l’esatto contrario: indica l’atteggiamento poco cortese di trascurare l’interlocutore con cui si è impegnati in una qualsiasi situazione per controllare compulsivamente lo smartphone ogni tre minuti. Non è qualcosa di passeggero: un articolo pubblicato un paio di anni fa s’intitolava proprio “La mia vita è diventata la più profonda distrazione dal mio telefono”. (Simone Cosimi, Repubblica.it, 14 giugno 2017, Tecnologia).

Sicuramente questo fenomeno può mettere a rischio o rovinare i nostri rapporti sociali, ma può essere pericoloso anche quotidianamente:

• in auto, in quanto può causare distrazioni e aumentare il rischio di incidenti stradali;
• sul lavoro, in quanto può ridurre la capacità di concentrarsi su compiti importanti, portare ad errori, ritardi, problemi di comunicazione con i colleghi e veri e propri infortuni sul lavoro.

Ma come possiamo evitare di procurare, ma anche di subire phubbing? Alcuni suggerimenti per tutti noi: 

1. evitiamo di utilizzare i dispositivi digitali a tavola: usiamo questo momento per relazionarci con gli altri commensali, per parlare, raccontare e ascoltare;
2. disattiviamo le notifiche dei social network;
3. disabilitiamo le notifiche, almeno quelle non fondamentali, quando siamo in un contesto sociale;
4. quando siamo vittime di phubbing tentiamo di riprendere la conversazione, spesso chi lo fa non se ne rende nemmeno conto;
5. controlliamo il tempo di utilizzo quotidiano dello smartphone … potremmo esserne sorpresi.

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