Codice dei contratti 2023 e il regime transitorio
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 77 del 31 marzo – Suppl. Ordinario n. 12 il decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, recante “Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici”. Il testo, che tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza unificata e dalle competenti Commissioni parlamentari, ha l’obiettivo di procedere nella direzione della semplificazione e della sburocratizzazione delle procedure.
È previsto un regime transitorio: il Codice entrerà in vigore il 1° aprile 2023, ma le sue disposizioni e i relativi allegati acquisteranno efficacia al 1° luglio 2023 (art. 229, co 1 e 2).
La norma prevede una data di entrata in vigore diversa da quella di efficacia: si tratta di una particolarità, poiché di solito le due tempistiche coincidono. Le leggi, infatti, normalmente, entrano in vigore dopo una vacatio legis di soli 15 giorni (art. 73 Cost.), dopodiché si considerano efficaci per tutti i destinatari.
A decorrere dal 1° luglio 2023 le disposizioni dell’ormai superato d.lgs. 50/16 continueranno ad applicarsi esclusivamente ai procedure in corso ovvero a quelle per le quali i bandi/avvisi siano stati pubblicati prima del 1 luglio. Dalla stessa data vengono eliminate le Linee Guida e i regolamenti ANAC, laddove non diversamente previsto dall’attuale codice e si applicano, invece, le corrispondenti disposizioni del nuovo codice e dei suoi allegati.
Peraltro, alcune disposizioni del d.lgs. 50/2016 in materia di pubblicità, programmazione, digitalizzazione, accesso agli atti, subappalto, verifica dei requisiti continueranno ad applicarsi fino al 31 dicembre 2023.
Dal 1° gennaio 2024 diventerà operativa la digitalizzazione delle procedure di appalto. Una banca dati degli appalti conterrà le informazioni relative alle imprese, consultabile sempre e senza che sia necessario per gli operatori economici presentare di volta in volta plichi di documentazione. Le stazioni appaltanti, e le scuole, ma anche imprese e cittadini avranno disponibili on line i dati per garantire trasparenza.
Non ci sarà più paura per la “firma”: niente colpa grave per i funzionari e i dirigenti delle PP.AA. e delle scuole se avranno agito sulla base della giurisprudenza o dei pareri dell’autorità preposta.