Legge di Bilancio 2026: La stretta sulle supplenze brevi a scuola

Cattedra scolastica vuota in un’aula con lavagna sullo sfondo, rappresentativa del problema delle supplenze brevi e delle novità della Legge di Bilancio 2026.

La Legge di Bilancio 2026 è stata ufficialmente “bollinata”. Sebbene non ancora approvata in via definitiva, il testo delinea già cambiamenti cruciali per il mondo della scuola. In particolare, gli articoli 105 e 106 introducono modifiche sostanziali alla gestione delle supplenze brevi, ovvero le sostituzioni dei docenti per periodi inferiori ai dieci giorni.

Sostituzione docenti: cosa cambia per la Scuola Secondaria

Le nuove disposizioni intervengono modificando l’art. 1, comma 85, della legge 107/2015. La novità principale riguarda i docenti di ruolo su posto comune nelle scuole secondarie di I e II grado.

In caso di assenza del titolare fino a 10 giorni:

  • La sostituzione dovrà avvenire prioritariamente con personale interno (organico dell’autonomia).
  • La nomina di supplenti esterni sarà consentita solo in casi di “esigenze didattiche eccezionali” che dovranno essere debitamente motivate dal Dirigente Scolastico.

Le eccezioni: Scuola Primaria e Sostegno

Il legislatore ha previsto un trattamento differenziato per altri ordini e tipologie di posto. Le restrizioni sull’organico interno non si applicano a:

  • Scuola Primaria.
  • Docenti di sostegno del I ciclo.
  • Docenti di sostegno della secondaria.

Per queste categorie, il Dirigente Scolastico potrà continuare a nominare il supplente attingendo regolarmente dalle graduatorie d’istituto, senza l’obbligo vincolante di utilizzare esclusivamente l’organico già in servizio.

I rischi: accorpamento classi e sicurezza

Una gestione rigida delle supplenze brevi, basata solo sulle risorse interne, solleva preoccupazioni concrete. Il rischio principale è il ricorso sistematico all’accorpamento delle classi o alla redistribuzione degli alunni nelle aule limitrofe.

Questa pratica può comportare ricadute negative su diversi fronti:

  1. Diritto allo studio: la continuità didattica viene frammentata.
  2. Sicurezza e affollamento: si rischia di superare i limiti di capienza delle aule previsti dal D.M. 18.12.1975.
  3. Vigilanza: aumenta la difficoltà nella sorveglianza contemporanea dei propri studenti uniti a quelli di un’altra classe (in contrasto con lo spirito dell’art. 10 d.lgs 297/1994).

Strategie organizzative per evitare l’accorpamento

Per fronteggiare le assenze improvvise senza ricorrere alla divisione delle classi, le scuole possono adottare strategie organizzative interne, tra cui:

  • Assegnare la supplenza a docenti che devono recuperare ore fruite come permessi brevi.
  • Utilizzare le ore a disposizione del personale di potenziamento, sempre entro il limite dei dieci giorni.
  • Programmare attività alternative laboratoriali in cui inserire temporaneamente la classe scoperta.

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