Riforma scolastica: ritorno alle radici e sguardo al futuro

Il Regolamento sulle nuove Indicazioni per i programmi di infanzia, primaria e secondaria di I grado”, sottoposte al parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione (CSPI), segna un ritorno alle basi formative tradizionali unite a un forte impulso verso le competenze del futuro.

Il documento rafforza il valore formativo della scrittura manuale e del riassunto, intesi come esercizi capaci di sviluppare logica e chiarezza. Ritorna lo studio a memoria della poesia, utile – spiegano gli esperti – a potenziare memoria, attenzione e linguaggio. La letteratura, proposta nella sua interezza, mira a stimolare il gusto per la lettura e la riflessione critica. Accanto alle materie classiche, cresce il ruolo delle discipline STEM: informatica introdotta già nella primaria, approcci interdisciplinari a matematica e scienze, laboratori per formulare ipotesi e sperimentare soluzioni. L’inglese diventa protagonista con percorsi immersivi che puntano a livelli di competenza certificati, mentre il latino torna dalla seconda media come strumento per comprendere meglio la lingua italiana e le radici della cultura europea.

Non mancano la centralità della storia dell’Occidente, la riscoperta della geografia come chiave di cittadinanza e il rilancio della musica. Una sezione è dedicata anche all’educazione ai valori, al rispetto della donna e all’empatia, considerate competenze essenziali nella formazione civica.

La riforma, sostenuta anche da un sondaggio tra i genitori, mira quindi a trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione, ponendo al centro la crescita integrale degli studenti. 

Non va però dimenticato quanto il CSPI ricorda nella Premessa al parere reso il 27 giugno: Le discipline possono essere considerate come fondamentali strumenti culturali, alfabeti che gli alunni devono imparare ad utilizzare per scoprire la realtà e dare senso alla molteplicità dell’esperienza. Non sono territori a sé stanti, bensì strumenti collegati per indagare il mondo della conoscenza da punti di vista diversi. L’attività didattica non deve, pertanto, essere centrata sul possesso di conoscenze e abilità, sull’accumulo di contenuti, in quanto questi devono essere visti piuttosto come funzionali al perseguimento delle competenze attese, che permettano agli alunni di risolvere i problemi che si pongono nell’esperienza reale.”

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