Ben sappiamo che il CUP (Codice Unico di Progetto) è il codice che identifica un progetto d’investimento pubblico ed è lo strumento cardine per il funzionamento del Sistema di Monitoraggio degli Investimenti Pubblici (MIP). La sua richiesta è obbligatoria per tutta la “spesa per lo sviluppo”, inclusi i progetti realizzati utilizzando risorse provenienti da bilanci di enti pubblici o di società partecipate, direttamente o indirettamente, da capitale pubblico; in particolare per le scuole sono classiche le risorse dei PON.

Una volta assegnato, il CUP non decade con il termine dell’intervento, essendo trascritto su documenti ufficiali (ad es. di autorizzazione o di pagamento), la cui validità supera la vita dell’intervento.

E’ necessario però modificare lo stato da “attivo” a “chiuso”, operazione che si può effettuare solo quando il progetto è concluso.

L’ultima azione che concerne il CUP è pertanto la chiusura dello stesso. Non sono previste sanzioni specifiche per chi non provvede né è previsto un termine entro cui effettuare questi adempimenti, ma è consigliabile effettuare la chiusura quando si sono verificate tutte le condizioni previste:

  1. il progetto è concluso;
  2. sono stati pagati tutti i fornitori;
  3. sono state erogate tutte le risorse pubbliche previste, in altre parole prima di chiudere un CUP, occorre aver incassato anche tutti i finanziamenti, perché sui mandati di pagamento dell’ente finanziatore non può essere registrato il CUP di un progetto chiuso;
  4. non ci sono vertenze in corso relative all’intervento.

La revoca di un CUP si ha invece quando il soggetto responsabile decide formalmente di non realizzare più il progetto anche se sono stati eseguiti pagamenti riguardante lo stesso.

L’operazione di chiusura/revoca di un CUP deve essere eseguita dall’utente titolare, vale a dire dall’istituto scolastico.

Condividi il contenuto se lo trovi interessante