Ricostruzione di carriera: notevoli novità in arrivo

A partire da quest’anno scolastico si applica la nuova normativa sulla ricostruzione di carriera, visto il cd. decreto Salva Infrazioni (Decreto-Legge 13.06.2023, n. 69 conv. con mod. in Legge 10.08.2023, n.103) per sanare la  Procedura d’infrazione n. 2014/4231.

L’art. 11 co. 14 legge 124/1999, ora in parte modificato, prevedeva che il servizio di docenza non di ruolo prestata fosse considerato come anno scolastico intero se di almeno 180 giorni oppure se il servizio fosse stato prestato ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale.

A sua volta l’art. 485 del d.lgs. 297/1994, Testo Unico della Scuola prevedeva che il servizio prestato in qualità di docente non di ruolo fosse riconosciuto come di ruolo, ai fini giuridici ed economici, per intero per i primi 4 anni e per i due terzi del periodo eventualmente eccedente.

La nuova formulazione dell’art. 485 d.lgs 297/1994, a seguito del cd. decreto Salva Infrazioni, stabilisce che al personale docente, immesso in ruolo dall’a.s. 2023/2024 e confermato in ruolo, il servizio prestato in  qualità di docente non di ruolo è riconosciuto come servizio di  ruolo  ai fini  giuridici  ed  economici  per  intero.  

In considerazione della parziale modifica all’art. 11, comma 14 legge 124/1999 il servizio fino allo scrutinio finale o di almeno 180 giorni non è più equiparato al servizio di un intero anno scolastico. Ciò comporta che verranno considerati solo i giorni di servizio effettivamente reso e non verranno più conteggiati come anno intero i servizi di almeno 180 giorni, ma neppure quelli fino agli scrutini. 

I pochi a guadagnarci potrebbero essere i docenti con molti contratti fino al 31 agosto.

Dopo le modifiche del cd. decreto Salva Infrazioni la nuova versione dell’art. 569 d.lgs 297/1994 stabilisce che al personale ATA,  immesso  in ruolo dall’a.s. 2023/ 2024, il servizio non di ruolo prestato nelle scuole e  istituzioni  educative  statali  è riconosciuto per intero agli effetti giuridici ed economici. I conteggi effettuati per gli ATA hanno sempre considerato solo i giorni di servizio effettivamente reso, non comportando le novità particolari problematiche. 

Ora, in concreto, per i docenti e gli ATA valgono le stesse modalità di conteggio e si supera   la disparità di trattamento tra personale precario e quello a tempo indeterminato, al fine di scongiurare il deferimento dell’Italia dinanzi alla Corte di Giustizia.

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