Riforma della Legge 104/1992: verso una nuova visione della disabilità

Dal 1° gennaio 2026, ormai impellente, l’INPS sarà l’unico ente competente per la valutazione di base unica della disabilità, che avverrà con un approccio multidisciplinare fondato sulle classificazioni internazionali ICD e ICF dell’OMS.

Con il d. lgs. 3 maggio 2024, n. 62, attuativo della legge delega n. 227/2021 nell’ambito del PNRR (Missione 5 “Inclusione e Coesione”), ha preso avvio una riforma complessiva della Legge 104/1992. Il provvedimento ha, infatti, ridefinito la condizione di disabilità, i criteri di valutazione e introdotto strumenti innovativi per garantire diritti e partecipazione piena alla vita sociale.

La nuova normativa adotta il termine “persona con disabilità”, in linea con la Convenzione ONU del 2006, superando espressioni come “handicap” o “invalidità”. È considerata persona con disabilità chi presenta compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, ostacolano la piena partecipazione alla vita sociale.

Elemento cardine è il progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, costruito insieme alla persona con disabilità e ai familiari per promuoverne l’autonomia, la libertà di scelta e l’inclusione nei diversi contesti di vita, garantendo la continuità dei sostegni.

Il decreto introduce anche il principio di accomodamento ragionevole, personalizzato e partecipato (L. 104/1992 art. 5-bis), in conformità alla Convenzione ONU che consente per le persone con disabilità adattamenti e soluzioni pratiche per garantire pari opportunità senza oneri eccessivi per amministrazioni o soggetti privati. A questa opportunità si deve ricorrere esclusivamente in via sussidiaria e allorquando il diritto non sia pienamente esercitabile in concreto (ad esempio, per garantire l’accessibilità a un treno, in attesa della predisposizione di banchine a raso, o attraverso l’utilizzo temporaneo di apposito elevatore).

Per sostenere le nuove misure è istituito il Fondo per l’implementazione dei progetti di vita, con una dotazione di 25 mln € annui dal 2025, mentre l’integrazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e del SIUSS (Sistema Informativo delle prestazioni e dei bisogni sociali) renderà più rapido e trasparente l’accesso alle prestazioni assistenziali e previdenziali.

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