Nessun “frazionamento” per evitare la soglia di € 140.000
Come promesso durante il webinar di giovedì 9 novembre u.s. rispondiamo alle domande rimanenti, che più o meno riguardano tutte l’eventuale possibilità di “frazionamento” per evitare la soglia dei 140.000 euro, procedure che naturalmente non possiamo avallare.
Non possiamo neppure impedire ai consigli di classe di cambiare date, destinazioni e abbinamenti, magari per motivi disciplinari, in quanto indubbiamente le motivazioni tecniche didattico/educative sono sempre fatte salve, opponibili a chiunque, compresi i Revisori.
Bisogna, invece, attentamente verificare le norme e l’operatività.
I viaggi d’istruzione richiedono l’acquisto di tre tipologie di servizi: di trasporto, ricettivi e di ristorazione, servizi che offrono le agenzie di viaggio.
Tra le FAQ di ANAC che concernono la tracciabilità dei flussi finanziari leggiamo: “I contratti stipulati dalle stazioni appaltanti con le agenzie di viaggio aventi ad oggetto la prestazione dei servizi offerti dalle stesse agenzie sono sottoposti agli obblighi di tracciabilità, mentre sono esclusi i fornitori dei servizi di trasporto, ricettivi e di ristorazione acquistati dalle agenzie per conto delle stazioni appaltanti.”
Esemplificando, un servizio di biglietteria aerea costa alla stazione appaltante 310 €, di cui 300 € per biglietto e 10 € per i diritti di agenzia: il CIG si prende per l’importo di 10 €. Lo stesso dicasi qualora sommiamo l’acquisto di pernottamenti in un hotel. L’applicazione della norma sintetizzata nella FAQ ANAC abbassa l’importo da considerare per il rilascio dei CIG senza alcun dubbio.
La ristorazione turistica, infine, richiama alla mente trattorie, gremite di turisti stranieri, che servono piatti insapori, presidiate da camerieri infastiditi e frettolosi.
I nostri studenti, in viaggio d’istruzione, possono invece apprezzare il rapporto millenario di una cultura con il proprio cibo grazie allo street food, sicuramente gradito anche dai docenti. Non è solo un fenomeno gustoso italiano: basta pensare ai fish and chips inglese, ai stamppot di Amsterdam e ai kasespatzle in un schnellimbiss bavarese.
Pertanto, il “frazionamento” della spesa non è dovuto ad una deroga dalla normativa primaria cogente, ma al ricorso ad una procedura alternativa (FAQ ANAC) parimenti legittima.