Cos’è l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali
Come abbiamo letto ad inizio settimana, nel complesso l’Indice DESI 2022 colloca l’Italia al 18º posto fra i 27 Stati membri dell’UE, recuperando un certo numero di posti rispetto a qualche anno fa. Essendo poi la terza economia dell’UE per dimensioni l’Italia, in tempo di risorse PNRR, sta cercando di completare il disegno di digitalizzazione delle PP.AA., come è già stato fatto in altri luoghi.
Regolato da norma CAD, l’INAD è l’Indice NAzionale dei Domicili Digitali delle persone fisiche, ma anche dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, registri professionali o nel registro delle imprese.
La sua gestione è affidata all’Agenzia per l’Italia Digitale, con il supporto di InfoCamere che ha realizzato la piattaforma per la raccolta e aggiornamento degli indirizzi. Le modalità di gestione operativa dell’INAD sono definite dalle Linee guida (Determ. AGID n. 191/2022).
Il domicilio digitale è un indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale. Al momento lo strumento associato al domicilio digitale è la PEC, in attesa del nuovo servizio a norma EIDAS che sostituirà la PEC (art. 1, comma 1, lettera n-ter CAD).
La normativa prevede la creazione di un indice pubblico a livello nazionale, contenente le informazioni relative alla elezione, modifica o cessazione del domicilio digitale. Accedendo al sito https://domiciliodigitale.gov.it e identificandosi tramite SPID, CIE o CNS, è possibile inserire il proprio recapito certificato da eleggere come domicilio digitale.
La consultazione on-line dell’elenco è consentita a chiunque in modo rapido, sicuro e senza necessità di autenticazione (art. 6-quinquies “Consultazione e accesso”, comma 1, CAD).
Dal 6 luglio 2023, tramite piattaforma INAD, è possibile inserire il codice fiscale della persona di cui si vuol conoscere il domicilio digitale.