Il 13 agosto u.s. è stata pubblicata la Legge 4.08.2021, n. 116, recante “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici”.
Il provvedimento è diretto a favorire la progressiva diffusione ed utilizzazione di defibrillatori semiautomatici od automatici esterni (DAE) in luoghi ed ambienti non sanitari, prevedendo ed incentivando i corsi di formazione destinati agli operatori nei diversi ambiti non sanitari, e disciplinando campagne di informazione e sensibilizzazione al riguardo.
All’articolo 1 vengono espressamente elencati i luoghi presso i quali devono essere installati i DAE, vale a dire, per ciò che ci interessa: a) presso le sedi delle pubbliche amministrazioni in cui siano impiegati almeno quindici dipendenti e che abbiano servizi aperti al pubblico (lettera a).
Viene rimesso ad un D.P.C.M. la definizione di un programma pluriennale per favorire la progressiva diffusione e utilizzazione dei DAE nelle PP.AA., con priorità per le scuole di ogni ordine e grado e le università, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica. In attuazione di tale disposizione vengono concessi contributi sino a 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2021.
Da ora l’uso del DAE è consentito anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. È da ricordare che nei casi di sospetto arresto cardiaco, in assenza del personale formato, è comunque consentito l’uso dei DAE anche a chi non sia in possesso dei requisiti. In questo caso si applica l’art. 54 del codice penale a “colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti, nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o procede alla rianimazione cardiopolmonare”.
Il numero di persone in grado di utilizzare questi apparecchi è ancora esiguo, per cui la legge 116/2021 all’articolo 5 prevede che “le scuole di ogni ordine e grado, nell’ambito della propria autonomia, organizzano le iniziative di formazione …, programmando le attività, anche in rete, in accordo con le strutture sanitarie e di volontariato”.