10 DOMANDE AD … ATTILIO VARENGO – CISL SCUOLA

  1. Un anno fa è stato firmato il nuovo CCNL del comparto scuola. A distanza di un anno, quali sono le valutazioni delle organizzazioni sindacali in merito alla valorizzazione dei DSGA, disciplinata nel contratto? Quali i risultati ottenuti?

Uno degli obiettivi del nuovo contratto, su cui la Cisl Scuola si è particolarmente spesa, ha riguardato la valorizzazione di tutto il personale ATA e in particolar modo della figura del Dsga. A quest’ultima figura, nella limitatezza delle risorse disponibili, si è riusciti ad assicurare il riconoscimento economico più consistente tra quelli assegnati ai diversi profili professionali (compreso i docenti) del comparto. A fronte di un incremento massimo del 4,60% previsto per i docenti, infatti, per i Dsga l’aumento minimo è stato del 6,07% e quello massimo del 7,14%. Restando ancora sul versante puramente economico il CCNL ha previsto che il personale possa essere retribuito anche a valere anche sui finanziamenti ministeriali (prima esclusi), oltre che sui vari progetti. Infine, il CCNL, innovando con il passato, ha previsto che l’indennità di direzione del dsga possa essere incrementata anche in sede di contrattazione nazionale sul FMOF. La relativa trattativa si è aperta nella scorsa settimana e la proposta iniziale è quella di un aumento della quota variabile del 10%. Infine, ricordo anche che siamo impegnati a verificare i risparmi determinati dal piano di razionalizzazione della rete scolastica previsto dall’art.1, comma 558, della legge di bilancio nr.197/2022 che tra l’altro, può finanziare il fondo integrativo di istituto, anche con riferimento alle indennità destinate ai direttori dei servizi generali e amministrativi.

Sul versante normativo si è lavorato per caratterizzare la specificità del profilo professionale, a partire dalla eventuale copertura dei posti (ora riservata esclusivamente ai funzionari e alle elevate qualificazioni per le assenze superiori a 3 mesi) per arrivare alla questione delle reggenze/incarichi su altra scuola, per le quali è stato previsto il pagamento dell’intera indennità di direzione (apportando ulteriore beneficio economico per il riconoscimento della onerosità del ruolo).

  1. Quali sono, a vostro avviso, i punti cruciali del nuovo CCNL che hanno maggiormente inciso sul profilo del Dsga? Quali aspetti ritenete siano stati trascurati e necessitino di ulteriori interventi?

In tutta onestà non crediamo di aver dimenticato nulla o, meglio, siamo convinti di aver fatto tutto il possibile per valorizzare una figura unica e fondamentale per le istituzioni scolastiche. Certo, se le critiche si basano sul confronto con le retribuzioni previste da altri contratti allora il discorso si fa più ampio e investe questioni che vanno al di là di ciò che si può fare in un contratto di comparto. Anche altri potrebbero avanzare rivendicazioni analoghe: si pensi ai docenti e al raffronto delle loro retribuzioni con quelle europee, oppure con le retribuzioni dei pari livelli nelle altre P.A. Chi addebita poi al CCNL presunte carenze riguardo alla soluzione di problemi legati alla consistenza degli organici o pecca di ignoranza (nel senso proprio del termine, perché mostra di non sapere) o vuole far leva in modo strumentale sul disagio della categoria: è ben noto, infatti, che il CCNL non può intervenire in alcun modo sugli organici, materia che le legge riserva espressamente alle autonome decisioni del Governo. Né si può sostenere che il contratto abbia limitato i diritti del personale (in tema di mobilità): è sufficiente fare riferimento alle attuali operazioni di mobilità per verificare che si tratta di un falso clamoroso. Chi poi afferma che il contratto dequalifica il personale, sostiene esattamente il contrario di quanto sta scritto nel CCNL: è vero che il Ministero potrà bandire concorsi per il profilo dei funzionari con il requisito della laurea triennale, ma è previsto tuttavia che per ricoprire il posto di elevata qualificazione (quindi di Dsga) serve la laurea magistrale/specialistica (come da dichiarazione congiunta nr.12 allegata al contratto.

  1. Durante questi 12 mesi, si è sostenuto che con il nuovo contratto si è assistito ad una presunta dequalificazione del profilo di DSGA ed ad una presunta precarizzazione dell’incarico. Si è anche affermato che i Dsga non avrebbero più potuto partecipare alla mobilità, sostenendo che l’ambito territoriale avrebbe potuto revocare l’incarico di Dsga. Cosa ne pensate di queste affermazioni? Quali sono le vostre posizioni in merito?

Sulla presunta (e indimostrabile) dequalificazione mi sono già espresso in precedenza. Sulla paventata precarizzazione, suggerirei molta cautela nell’usare quel termine, per rispetto delle 200.000 e più persone che realmente soffrono, nel comparto, una condizione di precarietà, fatta di una vera e propria incertezza di lavoro ogni anno. Cerchiamo invece di fare chiarezza. Il CCNL, nel creare una nuova figura, quella del funzionario e delle elevate qualificazioni, ha effettuato una serie di operazioni. Anzitutto, ha posto le basi per un prossimo intervento che avrà come oggetto una diversa ripartizione degli organici tra i vari profili professionali, utilizzando i 36,9 milioni che qualcuno, pur di non mettere mano a nessun cambiamento, preferiva perdere, assumendosi una grave responsabilità nei confronti della categoria (un adeguamento degli organici richiesta dalla stessa categoria e prevista, ora, anche dalle disposizioni contenute nella legge di conversione del D.L.71/2024 che esplicitamente fanno riferimento al nuovo CCNL). L’obiettivo è avere all’interno delle scuole un profilo professionale (quello del funzionario) che possa affiancare, per i compiti più complessi, il titolare dell’incarico di elevata qualificazione e magari far fronte anche alla copertura delle assenze di chi ricopre il profilo apicale. In secondo luogo, potendo registrarsi la confluenza di due tipi di funzionari nella medesima area (con o senza E.Q.), il CCNL ha giustamente fatta salva la posizione di coloro che, alla data della sottoscrizione, erano in servizio come Dsga, riservando a questi ultimi l’incarico di E.Q. fino al termine della propria vita lavorativa.

Ancora; le procedure per il conferimento degli incarichi sono quanto di più trasparente si possa immaginare: oggetto di confronto con i sindacati a livello nazionale consentiranno agli interessati di verificare in modo puntuale e chiaro la propria posizione, senza alcun margine di discrezionalità da parte di dirigenti o ambiti territoriali.

  1. Il contratto ha introdotto l’incarico ad interim per i DSGA. Molti si sono concentrati sul’ obbligatorietà o meno dell’incarico ad interim, non evidenziando l’aspetto economico dell’incarico ad interim. Che compenso percepirà il Dsga che dovesse ricoprire un incarico ad interim? Percepirà solo la quota variabile dell’indennità di direzione della scuola dove ha l’incarico o percepirà anche la quota fissa?

Ho già trattato l’argomento ma lo riprendo volentieri. Credo di poter dire, in modo molto netto, che stanno cadendo una dopo l’altra le menzogne di chi strumentalmente ha inasprito i toni credendo che questo sia sufficiente a rendere plausibili le proprie affermazioni. D’altra parte, sarebbe stato sufficiente leggere senza secondi fini il testo contrattuale per vedere come in un caso si parli di “conferimento” di incarico a funzionario (profilo creato ad hoc per questo compito) che ne sia privo, e in un altro caso di “possibilità di conferimento” a personale già titolare di incarico in altra istituzione scolastica. In questo senso, le strumentalizzazioni sono improvvisamente taciute all’atto della pubblicazione del D.M. n. 132 del 4 luglio 2024, dove è escluso il conferimento di incarichi d’ufficio.

Analogo discorso per quanto riguarda la retribuzione per l’eventuale incarico su altra scuola. Il CCNL, con grande senso di responsabilità, ha innovato anche su questo versante prevedendo il pagamento pieno (indennità fissa e variabile) per coloro che daranno la disponibilità ad essere impegnati su due scuole.

  1. A proposito di indennità di direzione, i parametri di calcolo non vengono aggiornati da anni si procederà al loro aggiornamento in occasione della prossima contrattazione sul MOF e in che misura?

L’indennità di direzione cui fai riferimento è ovviamente quella variabile. Perché quella fissa (che viene corrisposta a tutti indipendentemente dalla tipologia della scuola di titolarità) è stata già stata rivalutata dal CCNL. Il CCNL, poi, ha previsto che chi ha sottoscritto il contratto possa anche operare un intervento sui parametri con i quali viene determinata l’indennità di direzione parte variabile. Come detto in altra parte dell’intervento, la negoziazione si è aperta la scorsa settimana al Ministero; restano, inoltre, anche da certificare e poi da negoziare anche le eventuali risorse derivanti dal piano di razionalizzazione della rete scolastica, ma anche di questo abbiamo già parlato.

  1. Sempre a proposito dell’indennità di direzione, non sarebbe più corretto in un prossimo futuro parametrizzarla alle fasce di complessità delle scuole, così come viene fatto per la retribuzione accessoria dei Dirigerti scolastici e non far più gravare l’indennità di direzione sul MOF?

È un’eventualità che potrebbe comportare dei rischi (cosa che succede sempre quando vengono a variare i parametri in base ai quali si determinano le retribuzioni). Mi riferisco a quelle situazioni che a causa del collocamento delle scuole in una fascia piuttosto che in un’altra potrebbero determinare una riduzione dell’importo dell’indennità variabile. È sufficiente pensare a ciò che sta succedendo proprio ai Dirigenti scolastici che in questi giorni stanno facendo i conti con una criticità di questo genere.

  1. La riforma dei profili professionali nel pubblico impiego, avviata con il D.Lgs. 80/2021 (Decreto Brunetta), ha interessato tutti i comparti, compresa la scuola. L’obiettivo era uniformare e semplificare gli ordinamenti, riducendo le differenze tra i vari contratti. Possiamo fare un breve confronto relativamente alla riforma dei profili professionali che è avvenuta nel comporto scuola e quella che è avvenuta in altri comparti, ed in particolare risponde al vero l’affermazione secondo la quale, il comparto scuola è l’unico comparto dove, dove gli ex appartenenti al profilo D (i Dsga) hanno ottenuto l’incarico di elevata qualificazione per contratto, mentre in altri comparti l’accesso all’elevate qualificazione avviene attraverso una procedura selettiva

Su questo qualcosa ho già detto in precedenza. In premessa, è necessario rilevare la specificità del comparto Istruzione e ricerca rispetto a tutto il resto della Pubblica Amministrazione. La carenza dei precedenti contratti era rappresentata dall’assenza delle elevate qualificazioni, cui il nuovo CCNL ha messo riparo. La modalità di conferimento degli incarichi è prevista dal contratto stesso: sottratta alle decisioni della dirigenza, è affidata ad un confronto sindacale a livello nazionale al termine del quale si definiscono i criteri di affidamento. In questo senso, un’altra conquista del CCNL: la partecipazione, tanto cara a coloro che lamentano un impoverimento della comunità educante, elevata a strumento per definire l’attribuzione di incarichi di elevata qualificazione.

  1. Guardiamo al futuro con la firma dell’atto di indirizzo da parte del Ministro, si è aperta la stagione del prossimo rinnovo contrattuale. Come immaginate il futuro giuridico ed economico dei DSGA e del personale ATA? Quali sono le vostre priorità per il prossimo contratto?

Le priorità del contratto si intrecciano con altre extra contrattuali. Per esempio, e come già detto, il Parlamento, in sede di conversione del D.L.71/2024, ha previsto che per il 2025/26 il Ministero dell’Istruzione e del merito dovrà mettere mano ai parametri di determinazione degli organici del personale ATA (a seguito delle novità introdotte dal CCNL). Sicuramente il futuro contratto dovrà procedere a un’ulteriore valorizzazione di tutto il personale ATA, anche con una maggiore caratterizzazione del nuovo profilo professionale dell’operatore scolastico. Si proseguirà nella direzione già imboccata con il contratto 2019/21, a partire da una ulteriore valorizzazione proprio del profilo del funzionario con incarico di elevate qualificazioni, anche attraverso una puntuale rivisitazione delle competenze e dei compiti. Un ruolo fondamentale, poi, dovrà assumere per questo settore del personale la formazione in servizio.

  1. Il Dsga ricopre un ruolo importante nella comunità scolastica, le procedure amministrative cambiano molto velocemente in un prossimo futuro si può immaginare, uno che sulla falsa riga della carta del docente, possa consentire al Dsga di accedere a dei corsi di formazione

Introdurre anche per tutto il personale ATA, a partire dal Dsga un beneficio analogo alla carta del docente richiede la disponibilità di risorse “fresche”, che in questo momento non sembra così facile ottenere. Piuttosto, come già evidenziato, dovranno essere introdotte, da parte dell’amministrazione, iniziative di formazione qualificata e professionale destinate a tutto il personale ATA in servizio. In particolare, per i funzionari con incarico di elevate qualificazioni dovranno essere programmate attività regolari e continue di formazione di elevato livello professionale. Soltanto in questo modo tutto il personale, compreso il Dsga, potrà vedere soddisfatte le proprie legittime aspettative di formazione.

  1. Quali sono, secondo voi, le prospettive future per i DSGA e il personale ATA

Le prospettive per il personale ATA e per i Dsga si legano a quelle riguardanti tutto il personale della scuola, tenendo conto della complessità del comparto. Un miglioramento retributivo sostanziale, la cui necessità è indicata anche da autorevoli istituzioni economiche; forme di welfare contrattuale che tengano presente della specificità del comparto (alto numero di precari, posti di lavoro lontani dalla residenza, ecc.); una più adeguata considerazione del ruolo sociale che riveste un settore come l’istruzione, cruciale anche per l’economia del Paese. Tutto questo lo stiamo rivendicando da tempo e non è più rinviabile. C’è, poi, l’assoluta esigenza di migliorare le retribuzioni del personale della scuola al quale va altresì garantito il supporto di una formazione in servizio di qualità, funzionale ad un aggiornamento continuo delle competenze possedute.

Attilio Varengo Segretario Nazionale Cisl Scuola

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