La privacy non ti protegge se insulti un insegnante
Il Garante della Privacy ha respinto il reclamo di uno studente contro una testata giornalistica che aveva pubblicato un articolo, riportando il suo nome, in merito a insulti e minacce da lui rivolti sui social media ai propri insegnanti quando era minorenne.
Il Garante ha stabilito che, in questo caso, prevalgono il diritto di cronaca e l’interesse pubblico a essere informati su una vicenda che riguarda il comportamento degli studenti, il rapporto con i docenti e l’uso improprio dei social media. Nonostante sia trascorso del tempo, la pubblicazione era ancora attuale, essendo avvenuta subito dopo la conclusione del procedimento penale.
La decisione ribadisce che il diritto alla privacy non può essere utilizzato per proteggere comportamenti scorretti e lesivi, in particolare quelli rivolti contro la figura dell’insegnante. In casi del genere, l’interesse pubblico all’informazione prevale sulla tutela della riservatezza.
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