Alberi per un mondo più pulito, sano e sostenibile
Gli alberi sono il polmone della Terra e un farmaco naturale che potrebbe salvare il nostro Pianeta ormai malato. Ne servirebbero circa un miliardo per ogni abitante, da piantare in tutti i luoghi in cui è possibile farlo, garantendo protezione alle coltivazioni agricole e agli ecosistemi naturali, animali e vegetali. Nell’ambito del PNRR. misura “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” si prevede la piantumazione di 6,6 milioni di alberi su una superficie di 6.600 ettari entro il 2024. L’operazione conta su una dotazione finanziaria PNRR a carico della Missione 2, Componente 4, Investimento 3.1.
Per questi aspetti la Sentenza Consiglio di Stato n. 9178/2022 ha una portata di grande spessore ambientale; molte volte, infatti, in presenza di millantati, e non provati, pericoli, gli alberi vengono identificati come da abbattere, a discapito della loro bellezza, importanza e della sostenibilità ambientale. Dalla sentenza si desume il principio che il pericolo derivante da querce secolari, fosse anche solo per l’età delle piante, non rientra tra le situazioni generatesi improvvisamente e, pertanto, deve essere affrontata con mezzi ordinari.
Il Consiglio di Stato, con una lunga e motivata pronuncia, ha riformato la sentenza del Tar Piemonte, che prevedeva l’abbattimento di un abete secolare alto circa 29 metri, ravvisando in esso un pericolo imminente per la pubblica incolumità sulla viabilità pubblica e nell’abitato circostante. Il Consiglio di Stato ha evidenziato come l’ordinanza sindacale impugnata ometteva di chiarire per quale motivo la situazione di fatto non potesse essere (sempre che ne sussistessero i presupposti) affrontata con i mezzi ordinari.
Inoltre, il Collegio, prima di decidere, aveva nominato un Consulente d’Ufficio; dalla sua relazione era emerso che seppure fosse evidente l’inesistenza del cd. “rischio zero” per la caduta di un (qualsiasi) albero, come del resto esplicitato dalle “Linee guida per la valutazione delle condizioni vegetative, fitosanitarie e di stabilità degli alberi” del Ministero dell’ambiente, la pianta in oggetto presentava una “bassa propensione al cedimento […] al ribaltamento di zolla [….] alla rottura del fusto […]”.
Di conseguenza, l’ordinanza sindacale veniva annullata, in quanto priva dei presupposti che abilitano il Sindaco a procedere con ordinanza extra ordinem, vale a dire l’attualità del pericolo ed una completa istruttoria.
Almeno nel caso di specie, giustizia è fatta!
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