Consumo di alcol e mondo della scuola

L’Inail ha pubblicato una scheda informativa che riporta indicazioni su alcol e lavoro; offre un focus sulla dimensione del fenomeno, sui fattori di rischio per la salute, sull’incremento degli infortuni e sulla sorveglianza sanitaria.

Il consumo di alcol, sottolinea INAIL, è “un rilevante fattore di rischio per la salute della popolazione in quanto influisce sul determinismo di circa 230 malattie, comprese malattie infettive, malattie non trasmissibili (MNT) e infortuni.

Inoltre “dal quadro epidemiologico sul fenomeno alcol in Italia aggiornato al 2020 e trasmesso dal Ministro della salute al Parlamento a marzo 2022, emerge stabile, rispetto all’anno precedente, il consumo nell’anno (66,8% nel 2019 e 66,4% nel 2020); analogo andamento per il consumo giornaliero (20,2% nel 2019 e 20,6% nel 2020), mentre continua ad aumentare il consumo fuori pasto (30,6% nel 2019 e 31,7% nel 2020) ed in lieve diminuzione il consumo occasionale (46,6% nel 2019 e 45,7% nel 2020)”.

La legge quadro in materia di alcol e di problemi alcol correlati (legge 30 marzo 2001 n. 125) ha  introdotto il divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche per alcune attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro – successivamente individuate – attraverso controlli alcolimetrici”.

L’elencazione delle attività lavorative ad elevato rischio è stata emanata con Provvedimento 16 marzo 2006 della Conferenza Permanente Stato, Regioni e Province Autonome. 

Si tratta delle attività lavorative ad elevato rischio e, in quanto inserita nell’elenco, neppure la scuola va esente: 6) attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado (All.1, art. 1).

Inoltre il d.lgs. 81/2008 ha “previsto la verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza durante la sorveglianza sanitaria effettuata dal medico competente (MC)”.

In particolare dalle comunicazioni dei medici competenti “emergono, per il 2019, oltre 1,7 milioni di lavoratori sottoposti alla citata verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza; lo 0,23% è stato inviato per accertamenti presso Centri di II livello e di questo, circa il 9,2% è stato confermato dipendente”. 

La scheda informativa dell’INAIL sottolinea tuttavia “l’assenza di indicazioni chiare ed univoche, nonché, ad oggi, la mancata (seppur prevista) rivisitazione delle condizioni e modalità per l’accertamento dell’alcol dipendenza”.

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