Aumento dei costi di viaggi di istruzione e visite didattiche: la risposta delle scuole

Nelle scorse settimane alcuni articoli apparsi su noti quotidiani nazionali hanno evidenziato un incremento sostanziale delle quote di partecipazione a viaggi d’istruzione organizzati dalle scuole. In particolare sono necessari oltre 600 euro per cinque giorni in una capitale europea, circa 400 se invece si rimane in Italia, ma comunque troppi per migliaia di famiglie già vessate dalla crisi economica.

A causa dei rincari generalizzati, i tour operator e le agenzie di viaggio non hanno potuto far altro che ritoccare i preventivi al rialzo prima di inviarli alle scuole. Ciò ha determinato, per molti studenti, la rinuncia alla partecipazione ai viaggi e contribuito ad allargare le distanze sociali già presenti all’interno delle classi. Gli  istituti scolastici sono corsi ai ripari cercando di organizzare viaggi all’interno del Paese per spendere un po’ meno e cercare di far partire tutti.

La strategia di emergenza dovrebbe essere però sostituita da una strategia improntata al concetto di “programmazione”, che potrebbe aiutare le scuole a raggiungere meglio gli obiettivi di socializzazione e inclusione presenti nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa. I viaggi di istruzione e le visite didattiche sono attività inserite nei PTOF e si svolgono normalmente nel periodo che va da marzo a maggio. Pertanto, verso la fine del mese di ottobre precedente i consigli di classe deliberano le mete dei viaggi di istruzione e le visite didattiche.

Il  Dirigente, in virtù del potere di responsabile dell’attività negoziale, organizza con il Direttore e gli uffici di segreteria, l’attività istruttoria necessaria alla puntuale  determinazione degli itinerari dei viaggi predisposti dalla Funzione Strumentale o Referente dei viaggi di istruzione.

Tale attività istruttoria dovrebbe terminare a dicembre, in tempi coerenti con la necessità di preparare le “gare” per individuare gli operatori economici a cui affidare l’organizzazione dei viaggi e visite didattiche.

Se una mancanza di  programmazione  viene seguita da una non corretta attività negoziale, il risultato sarà sicuramente una “navigazione a vista”, che sicuramente non riuscirà ad alleviare la questione dei costi dei viaggi. In altri termini, per provare a governare l’aumento dei costi dei viaggi e delle visite dovrebbe essere attuata una strategia che comprenda una buona programmazione e una opportuna diversificazione dei periodi dell’anno in cui i viaggi devono svolgersi.

Solo così ogni scuola potrebbe organizzare e svolgere viaggi di istruzione a costi sostenibili con la partecipazione di tutti gli alunni.

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