Cyber attacchi in crescita verticale

Nuovo Report dell’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia sulle minacce informatiche: nel primo semestre del 2022 si registra in Italia un boom di fenomeni superiore all’intero 2021 con 1.572 tra attacchi, incidenti e violazioni della privacy in un solo semestre, a fronte dei 1.356 casi complessivi del 2021.

Nel secondo trimestre ‘22 sono stati riscontrati 381 attacchi, 359 incidenti di sicurezza, ovvero attacchi andati a buon fine, e 26 violazioni della privacy; queste ultime sono cresciute del 37% rispetto al trimestre precedente, con Pubblica Amministrazione, banche e finanza ed healthcare tra i settori più colpiti dalle sanzioni emesse dal Garante per la Protezione dei Dati Personali.

Per quanto riguarda la tipologia minacce informatiche il cybercrime è (purtroppo) al primo posto sul territorio italiano. Al secondo posto il cyberwarfare (guerra cibernetica) con 118 fenomeni, quintuplicati rispetto allo scorso trimestre in cui erano “solo” 22, visto il protrarsi del conflitto Russia-Ucraina. Al terzo posto troviamo il data breach, ossia il furto dei dati. 

La Cyber hygiene, come si chiama al giorno d’oggi, consiste in una serie di principi e regole da seguire quotidianamente per minimizzare i rischi cyber e quindi per garantire che l’ambiente di navigazione sia sicuro e libero da pericoli. In particolare, gli esperti consigliano di: 

  1. aggiornare periodicamente le applicazioni sullo smartphone e i sistemi operativi, 
  2. non installare applicazioni o software di cui non si può verificare la legittimità, 
  3. prestare attenzione quando si decide di condividere i propri dispositivi con soggetti terzi, 
  4. non lasciare il portatile sbloccato in luoghi comuni assicurandosi che il computer sia protetto da una password, meglio ancora se complessa, 
  5. di evitare di connettersi a una rete wi-fi pubblica.

È poi assodato che effettuare un backup dei propri dati è sempre fondamentale e che per proteggere smartphone e device è consigliabile impostare un codice di sblocco di almeno 10 cifre … anche se è complicato farlo.

Quando ci si connette a delle reti pubbliche bisogna poi affidarsi solo ad app con un appropriato livello di cifratura oppure navigare su siti il cui Url incomincia sempre con https://, dove l’ultima s è l’abbreviazione per “secure http”.

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