Il punto sulla qualificazione delle stazioni appaltanti
I dati sono forniti dall’Autorità Anticorruzione, che gestisce il sistema di qualificazione, e sono aggiornati a venerdì 29 settembre u.s.. La fotografia è scattata a tre mesi dall’avvio del nuovo sistema, visto che l’Anac ha cominciato a raccogliere le domande di adesione dallo scorso 1° giugno.
Il sistema è previsto dal d.lgs 36/2023, ma anche nel precedente codice, come requisito obbligatorio per bandire le gare di lavori sopra i 500mila euro e quelle di beni e servizi sopra i 140mila euro: ad oggi conta 2.613 stazioni appaltanti qualificate. Aggiungendo altri 526 soggetti qualificati con riserva si tratta di 3.142 enti qualificati.
In tre mesi l’Anac ha ricevuto in tutto 3.982 domande di qualificazione, bocciate 445, mentre 397 provenivano da enti non soggetti a qualificazione e 526 da soggetti qualificati con riserva.
Certamente rispetto alle 26mila stazioni appaltanti presenti negli archivi dell’Anac prima dell’avvio del sistema di qualificazione si tratterebbe di un numero piuttosto risicato. L’insieme di riferimento considerato dall’Anac è invece quello delle stazioni appaltanti attive negli ultimi 5 anni, circa 12mila soggetti di cui circa la metà avrebbe i numeri per qualificarsi: Anac calcola sarebbero 3.142 enti qualificati su un possibile panorama di riferimento che ne conta 6-7mila circa.
Forse, il processo di qualificazione delle stazioni appaltanti non procede a passo di carica, ma si consolida. Bisogna considerare che è ancora possibile procedere in autonomia, senza bisogno dell’Anac, per l’affidamento di lavori di importo fino a 500mila euro e acquistare beni e servizi fino a 140mila euro … che, ad esempio, per i piccoli comuni e le scuole sono importi di tutto rispetto.
Il 1° gennaio entrerà in vigore la norma che obbliga le stazioni appaltanti a dimostrare, tra i requisiti minimi di qualificazione, la disponibilità di una “piattaforma di approvvigionamento digitale”, un fattore non da poco, anche in termini di professionalità.
Restiamo, pertanto, in attesa di questa ulteriore scadenza e del correttivo, che secondo Anac deve garantire più concorrenza e risolvere i nodi su equo compenso e antiriciclaggio.