Il Consiglio d’Istituto delibera, secondo le proprie competenze, su molti aspetti della vita scolastica. La delibera è un provvedimento amministrativo finale adottato da un OO.CC. Essa costituisce un atto unitario, in quanto il collegio, nonostante la struttura pluripersonale interna, opera all’esterno come soggetto organico unico, che si fa portatore della volontà della maggioranza dei suoi membri, in cui rimane assorbita la minoranza dissenziente. Nella scuola, oltre al Consiglio d’Istituto e al Collegio dei docenti, ci sono i Consigli di Classe e Interclasse.

La prima fase del procedimento deliberativo è la convocazione, effettuata con formale nota contenente l’ordine del giorno e notificata ai singoli componenti almeno 10 gg. prima della data di convocazione. È necessaria una formale comunicazione dell’ordine del giorno recante l’indicazione puntuale delle proposte messe in discussione: la semplice convocazione, infatti, non rende di per sé legittima l’adunanza, né tantomeno le eventuali deliberazioni assunte. Indicare poi il “solito” ordine del giorno genericamente, sempre uguale per ogni adunanza, chiudendo magari con le dure a morire Varie ed eventuali, non risponde a criteri di trasparenza, di rispetto del ruolo dei componenti e di legittimità. Così come deliberare su punti non enucleati in modo chiaro nell’o.d.g. oppure, caso più grave, su punti non iscritti all’o.d.g.

Infatti, in base al principio della immutabilità dell’ordine del giorno, nell’adunanza è possibile trattare esclusivamente argomenti che abbiano formato oggetto di informazione preventiva tramite l’avviso di convocazione. Una famosa pronuncia di Palazzo Spada ha chiarito il significato di tale principio. Infatti, “non solo impedisce secondo l’accezione consueta, che possano essere trattate questioni non iscritte ma – all’inverso – che, in via generale, possano non essere trattate questioni iscritte” (Consiglio di Stato, sez. VI, 25 maggio 1993, n. 383).